dipendenza da facebook

La dipendenza da Facebook è un tormento da cui è difficile liberarsi.

La dipendenza da Facebook e dallo smartphone ha stravolto le giornate di adolescenti e genitori. Riguarda anche te?

Non tutti conoscono bene la dipendenza da Facebook,  molti tendono a sottostimare completamene il fenomeno.

Facebook ha riempito le nostre vite, in ogni momento della giornata siamo rincorsi da notifiche continue.

Quando parliamo di dipendenza siamo abituati a pensare all’abuso di alcool e di stupefacenti, ma oggi ci troviamo di fronte a nuove dipendenze.

Queste dipendenze riguardano oggetti, stili di vita e comportamenti comunemente considerati legali, come appunto la dipendenza da Facebook, dallo smartphone, dallo shopping e così via.

Le nuove dipendenze sono molto più insidiose poiché sono meno riconoscibili essendo determinate da atteggiamenti socialmente accettabili: è raro che un genitore si allarmi vedendo il figlio ore e ore a chattare su Facebook.

Approfondisci: La sindrome dei selfie: l’epidemia del narcisismo digitale

Quali sono i sintomi della dipendenza da Facebook?

I sintomi sono gli stessi di una comune dipendenza dalle sostanze:

  • Bisogno impellente di utilizzare l’oggetto in questione e potrebbe reagire in modo esagerato qualora gli venisse impedito.
  • Crisi d’astinenza caratterizzate da perdita di controllo e nervosismo.
  • Sviluppo della tolleranza: come per le sostanze, per ottenere lo stesso livello di piacere e gratificazione la persona sarà portata ad aumentare gradualmente il numero delle ore di connessione.

Cosa favorisce questa dipendenza da Facebook?

Innanzitutto, come ogni social network, Facebook consente di giocare con l’identità e dà l’illusione di migliorare la propria autostima: senza l’impaccio del contatto visivo qualsiasi persona si sente al sicuro e può costruire una personalità ad hoc, dove può attribuirsi caratteristiche fisiche e psicologiche ambite.

Questo riguarda non solo gli adolescenti, con le loro incertezze sull’identità, ma anche gli adulti, mamme e papà spesso in cerca di un’approvazione sociale e un riconoscimento perso da tempo.

Ciò determina una sorta di corsa alla popolarità, dove è il numero di “mi piace” a rendere la persona più sicura di sé, accrescendo la propria autostima.

In alcuni casi questo bisogno di enfatizzare la propria persona potrebbe degenerare nel fenomeno dell’amnesia digitale e del narcisismo digitale.

Spesso la condivisione di foto e video e il continuo cliccare “mi piace” diventano gesti compulsivi, messi in atto a ripetizione senza una reale valutazione di quello che si sta facendo.

È come se l’importante fosse esserci, riempire gli spazi vuoti, apparire per sentire di essere realmente qualcuno.

A lungo andare i social network finiscono paradossalmente per aumentare il senso di isolamento, la realtà virtuale diviene l’unico luogo di scambio e i tempi dedicati agli hobby, lo sport e le uscite sono sempre più ristretti.

A questo punto dovremmo chiederci: siamo ancora certi che i social network facilitino le relazioni o piuttosto ci stanno privando del piacere di guardarci negli occhi e rivelarci nella nostra interezza?

 

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