vissuti psicologici ed emozioni nella fecondazione assistita

Cosa deve aspettarsi una coppia che sceglie la fecondazione assistita?

Quando si sceglie di intraprendere un percorso di fecondazione assistita ci si avvia verso un percorso denso di emozioni, preoccupazioni ma anche tante speranze.

Dopo il primo impatto con la diagnosi di sterilità, la coppia può decidere di rivolgersi ad un’equipe medica specializzata nella fecondazione assistita.

Generalmente una coppia che arriva a chiedere il trattamento presenta già una quota elevata di stress che andrà poi ad aumentare nel corso delle terapie.

Gli studi hanno dimostrato come le donne in particolare mostrino bassi livelli di autostima e depressioneche tendono poi a peggiorare ulteriormente in seguito all’eventuale primo fallimento della fecondazione.

Un atteggiamento negativo e pessimista, insieme a sintomi psicologici di varia natura, influenzano in maniera negativa l’esito del trattamento, alimentando pertanto un circolo vizioso.

Oggi le tecniche sono state perfezionate e si riescono ad ottenere grandi risultati, tuttavia la procedura stessa, i continui controlli e la medicalizzazione dell’intero processo non fanno altro che rievocare continuamente la perdita di quel figlio tanto atteso.

Non dimentichiamo infatti che la coppia dovrà elaborare il lutto associato alla notizia di sterilità per poter affrontare in maniera più serena l’intero percorso.

Per dare un’idea di quanto possa essere estenuante per una donna sottoporsi al trattamento, guardate l’immagine pubblicata dall’Huffington Post: un neonato all’interno di un cuore disegnato con le siringhe, le stesse che sono state necessarie per la sua nascita.

Se la coppia non è sufficientemente unita, se la tendenza a risolvere e gestire le difficoltà è la chiusura piuttosto che la condivisione delle emozioni, il rischio che si crei una maggiore distanza è molto elevato.

Ognuno soffre nella propria individualità, ma non se ne parla. Spesso il tabù nasce dall’idea sbagliata che il silenzio possa evitare la sofferenza all’altro, un modo distorto di proteggere il partner che potrebbe al contrario produrre solo danni.

Solo attraverso un dialogo sincero ed aperto, la coppia potrà condividere le proprie difficoltà e sentirsi pronta ad affrontare con maggiore serenità tutto il percorso, preparandosi ad accogliere il bambino.

Fecondazione assistita: come dirlo al bambino?

Un altro grande tema che dovrà essere affrontato dopo la nascita del bambino riguarda la necessità o meno di raccontare la verità.

Ovviamente ogni genitore farà le sue scelte, ma non è da sottovalutare che quando il figlio sarà cresciuto possa avere il diritto di conoscere come è venuto al mondo.

A volte i genitori si sentono in difficoltà nell’affrontare il discorso, soprattutto se non hanno elaborato il lutto della loro sterilità e se provano vergogna o imbarazzo.

Fino a che punto questi segreti sono dannosi? E’ lecito rispettare il diritto del bambino di conoscere qualcosa che fa parte della sua storia?

A volte sono loro stessi che iniziano a fare domande: spesso ascoltano i discorsi degli adulti e captano informazioni, costruiscono versioni fantasiose e possono cercare conferma nei loro genitori.

A quel punto conviene continuare a negare la verità?

Bisogna considerare l’argomento da un’altra angolazione: non è tanto la fecondazione assistita a sconvolgere il bambino, quanto la delusione del sentirsi traditi dai propri genitori, come se volessero occultare qualcosa, quasi fosse un tabù, qualcosa di cui vergognarsi.

Forse dovremmo ripensare alle nostre posizioni e cercare un punto d’incontro, un modo sereno che consenta al bambino di avere accesso ad una parte di sè fondamentale, alle sue origini. E quale via migliore se non l’utilizzo della favola?

Mamma, raccontami come sono natodell’Associazione Mammeonline parla della fecondazione assistita con amore e semplicità: è una raccolta di fiabe e filastrocche, con tante immagini colorate. Un viaggio nelle parole di tanti genitori che provano a raccontare la nascita con tenerezza e semplicità. Ve lo consiglio.