la malattia di alzheimer

Morbo di Alzheimer: riconoscere i primi campanelli d’allarme è fondamentale per intraprendere la cura più adeguata.

Morbo di Alzheimer e demenza non sono la stessa cosa, ma spesso le persone tendono a fare confusione, sovrapponendo i due quadri clinici.

Allo stesso modo molti sono convinti che la demenza sia una condizione fisiologica e normale dell’invecchiamento, associata al decadimento fisico e cognitivo. In realtà la demenza è una vera e propria patologia che si sovrappone all’Alzheimer solo nel 50-60% dei casi.

Attualmente non esiste un trattamento farmacologico in grado di arrestare la patologia. Ci sono solamente farmaci in grado di agire sui sintomi e di stabilizzare temporaneamente il progresso della malattia, affiancati a training cognitivi specifici.

In Europa si contano circa 10 milioni di persone affette da demenza e la popolazione colpita è in crescita costante.

Morbo di Alzheimer sintomi

L’Alzheimer ha un esordio insidioso: spesso la persona affetta e gli stessi familiari non si accorgono di nulla e questo ritarda la diagnosi.

Inizialmente l’anziano comincia con il perdere la memoria episodica (ricordi di episodi avvenuti nel passato) e si assiste gradualmente ad un peggioramento in cui compaiono anche confabulazioni, ovvero racconti senza senso su episodi mai avvenuti.

Alcuni familiari riferiscono che l’esordio avvenga in concomitanza con eventi di particolare impatto emotivo, quali problematiche mediche, lutti, difficoltà economiche ecc.. In realtà non è l’evento in sè a produrre la malattia, l’evento è solo il fattore precipitante che fa emergere una condizione patologica già in atto.

Morbo di Alzheimer decorso

La degenerazione della memoria finisce con il produrre danni anche su altre funzioni cognitive, quali l’attenzione, il linguaggio e le abilità visuo-spaziali.

In alcuni casi il quadro clinico viene ulteriormente compromesso dallo sviluppo di altri sintomi, quali forme depressive, ansia, irritabilità, difficoltà del sonno, deliri o allucinazioni.

Più è elevato il grado di compromissione della memoria più il paziente perde la sua autonomia quotidiana, finendo con l’avere difficoltà nell’esecuzione di gesti normali quali lavarsi o cucinare.

L’Alzheimer può durare diversi anni, anche 15, ma nella fase terminale le condizioni spesso sono critiche: il paziente è allettato o in carrozzina e ha bisogno di assistenza continua.

Cura dell’Alzheimer

I ricercatori sono continuamente impegnati nella sperimentazione di nuove cure e di possibili cause, tuttavia non è da trascurare l’impatto che la malattia produce non solo sulla persona, ma anche nei suoi familiari.

Scoprire una diagnosi di questo tipo può comportare un periodo di crisi che si ripercuote in tutta la famiglia, una fase di assestamento in cui è necessario ridefinire compiti e ruoli di ciascuno prendendo atto che d’ora in poi la quotidianità verrà stravolta.

Gli esperti parlano in questi casi di lutto anticipatorio, un processo di elaborazione della perdita che inizia dal momento stesso della diagnosi.

Per favorire un’accettazione graduale della malattia potrebbe essere utile partecipare a incontri di gruppo o seguire percorsi di terapia familiare, di modo da favorire una maggiore consapevolezza della situazione ed un’elaborazione dei vissuti sottostanti.

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