I genitori iperprotettivi minacciano l’autonomia dei figli

Genitori iperprotettivi, pronti a spianare la strada ai loro figli. Gli inglesi li chiamano “genitori spazzaneve” o “genitori elicottero“, ma di cosa stiamo parlando?

Qual è il confine tra protezione e iperprotettività? Come si può evitare di tarpare le ali ai bambini, garantendo comunque un nido sicuro?

Perchè i genitori sono così iperprotettivi?

Tutti abbiamo conosciuto dei genitori iperprotettivi: madri che corrono a scuola per contestare un voto basso, padri che intervengono direttamente nelle relazioni sociali dei propri figli.

Fino ad alcuni decenni fa i figli venivano responsabilizzati e lasciati liberi di sperimentare la loro autonomia.

Probabilmente per uno strano meccanismo di compensazione i genitori di oggi, reduci da un’educazione eccessivamente rigida, sono diventati talmente iperprotettivi da allontanare qualsiasi delusione e frustrazione dai loro figli.

Convinti di fare del bene e di tutelare i propri piccoli, i genitori iperprotettivi stanno producendo molti danni, poiché stanno privando la nuova generazione di tutte quelle esperienze fondamentali per il processo di crescita.

Commettere degli errori, trovarsi in difficoltà, cercare una soluzione per poter risolvere un problema, sono tutte esperienze necessarie per poter affinare le proprie risorse e competenze, per costruire una propria identità personale.

Focus: Educare i figli: 7 errori comuni dei genitori

Partiamo da un presupposto fondamentale: protezione non significa sostituirsi all’altro nè privare delle giuste esperienze. È innegabile che ogni figlio abbia bisogno di protezione, ma a volte il desiderio di tutelarli da ogni avversità rischia di degenerare in iperprotezione.

I genitori iperprotettivi sono quelli che annullano l’identità del bambino, ritenendo pericolosa qualsiasi esperienza con il mondo là fuori. Sono gli stessi che vanno a scuola per evitare che quel brutto voto possa capitare di nuovo, credendo che l’insegnante abbia esagerato.

I genitori iperprotettivi sono quelli che accompagnano con angoscia i piccoli al nido e spesso hanno problemi con l’inserimento. Il bambino difatti percepisce la difficoltà della mamma e sperimenta una forte ansia da separazione. L’elenco potrebbe essere ancora lungo, ma quello che accomuna ogni esperienza è il terrore di lasciare i figli liberi di esplorare.

Come smettere di essere genitori iperprotettivi

In fondo è tutta una questione di giuste distanze e di fiducia. Se io sono convinta che mio figlio avrà le giuste competenze per farcela, posso anche voltarmi dall’altra parte e lasciare che cammini da solo.

Come si raggiunge questa condizione mentale di relativa tranquillità? Creando le giuste situazioni. Ecco qualche indicazione.

Costruisci un ambiente a misura di bambino

Con i bambini piccoli è lecito aver timore che si possano fare del male anche in casa. Per evitare che questo accada, assicurati che non ci sia nulla che possa ferirlo.

Lascia che possa giocare tranquillamente nella sua stanza, esplorando il mondo con le sue mani. Dare continuamente ordini su quello che può o non può fare, diventa solo fonte di stress, per te e per lui.

Informalo sui pericoli, ma senza esagerare

Insegnare ad un bambino che le prese della corrente non si toccano o che non deve dar retta con gli sconosciuti, diventa più semplice se perdi qualche minuto a spiegare il motivo per cui è meglio non farlo.

In questo modo inizierà ad associare le conseguenze ai comportamenti e diventerà più semplice capire le regole. Attenzione però, spaventarlo e terrorizzarlo per assicurarti che abbia capito bene il concetto, non è una buona strategia. Rischi solo di alimentare paure inutili che potrebbero anche strutturarsi in vere e proprie fobie.

Fallo sbagliare!

Un genitore sicuro di sè e sicuro del proprio bambino è in grado di concedere degli errori. Se sta iniziando a camminare da solo, non tendere subito la mano appena inizia a barcollare. Aspetta che riesca a trovare da solo un suo equilibrio.

Se ha difficoltà nei compiti, spronalo a trovare la giusta soluzione senza sostituirti a lui nei ragionamenti. Dovrà allenarsi al fallimento, agli errori e alle cadute, reali e simboliche, se non vuoi che da grande abbia problemi a tollerare le emozioni negative.

Allenalo a farcela da solo

Prima o poi arriverà il momento in cui dovrà farcela da solo, anche senza di te. Un rapporto simbiotico e morboso rischia di mandarlo in tilt le prime volte che si troverà di fronte a qualcosa di nuovo.

Impara a seguire da lontano la crescita dei figli, mantieni lo sguardo vigile e attento, sorveglia dall’alto per assicurarti che tutto vada per il meglio. Nessun genitore potrà mai impedire che i figli soffriranno alle prime cotte d’amore o che piangeranno di fronte ad un brutto voto. Fa parte della vita.

La tristezza, la disperazione, il senso di colpa, la malinconia, sono emozioni naturali che ci appartengono e che meritano di essere vissute. Desiderare che ne siano privi è quasi inumano.

Purtroppo non abbiamo il potere di proteggere i bambini da qualsiasi evento. Possiamo solo sforzarci di migliorare il loro percorso e assicurarci di aver risposto ad ogni loro bisogno primario.

Bisogna accettare che falliremo come genitori. Tutti sbagliamo, non possiamo farcene una colpa. Abbiamo debolezze e stralci del passato che a volte ci portano su binari diversi, ma questo non significa che i figli smetteranno di amarci. Prima lo capiremo, prima vivremo con maggiore autenticità il nostro rapporto con loro.

Essere genitori iperprotettivi non conviene

genitori iperprotettivi eliminano qualsiasi evento negativo dalla vita del figlio e quest’ultimo potrebbe avere in seguito molte difficoltà a livello di autostima, poiché crescerà con l’idea che tutto debba andare bene e che non si possa sbagliare.

Così alla prima avversità non sarà equipaggiato per fronteggiare la situazione e sarà così fragile da rischiare di andare in frantumi.

La tecnologia di certo amplifica ed esaspera il bisogno di controllo: figli e genitori sono in costante contatto tramite gli smartphone, monitorati in maniera ossessiva, come se non potessero gestire la loro quotidianità quando sono lontani da casa.

L’atteggiamento dei genitori iperprotettivi compromette anche le capacità relazionali, oltre a favorire un comportamento di dipendenza verso la famiglia.

E’ compito del genitore assicurarsi che un figlio possegga tutto il necessario per costruire il suo futuro, ma lo è anche assumersi il rischio che viva le sue esperienze e i suoi fallimenti, conquistando i suoi obiettivi in autonomia.

Sul tema crescita dei figli:

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