come smettere di soffrire

Si può smettere di soffrire? Quando finirà questo dolore assordante che mi impedisce di vivere e di sentirmi in pace con il mondo?

Quante volte ti sei chiesta se fosse possibile smettere di soffrire? Tante volte le persone arrivano dallo Psicologo distrutte dal dolore. Tormentate dalla fine di una storia d’amore, colpite dalla morte improvvisa di un familiare, travolte da incidenti, tragedie, abusi, malattie incurabili.

Se pensiamo a quanti motivi potrebbe avere un essere umano per essere triste, forse smetteremmo di credere nella felicità.

Smettere di soffrire per evitare il dolore

Il dolore spaventa. Chiunque vorrebbe evitare di soffrire, ma il dolore fa parte dell’esistenza umana. Se comprendiamo questo, potremmo arrivare a maturare una nuova consapevolezza. Il dolore può essere vissuto e attraversato e di esso si potrà fare tesoro per migliorare qualcosa della nostra vita.

Le persone che riescono ad arrivare ad un livello tale di maturità emotiva, sono persone che hanno sviluppato una buona resilienza.

Hanno compreso che anche dalle peggiori tragedie si possono trovare spunti per dare un senso diverso alla propria vita. Spesso le più grandi opere di coraggio vengono compiute proprio da chi ha dovuto combattere faccia a faccia con la morte o con altre esperienze dolorose.

Il dolore in realtà è quasi una necessità. Senza di esso non esisterebbe neanche il piacere. Il dolore a volte ci scrolla da situazioni pericolose, ci avverte che qualcosa non va.

Immagina di ritrovarti in una relazione sbagliata: tristezza, senso di abbandono, paura. Queste sono tutte espressioni di dolore che possono scuoterci con forza, facendoci aprire gli occhi su un legame malato.

Smettere di soffrire passando attraverso il dolore

Esiste una scorciatoia per smettere di soffrire? C’è un modo per affrontare una separazione senza sentirsi il peso del fallimento e il vuoto intorno? Si può superare la morte di un familiare senza viversi il lutto? Purtroppo no. Ognuna di queste situazioni, così come tante altre, necessitano di essere pienamente vissute.

Il dolore è insieme malessere e cura. È malattia e farmaco. L’unica via di guarigione dalla sofferenza è accogliere il dolore e la tristezza, senza timore di abbandonarsi ad esse. Bisogna avvicinarsi a questi sentimenti negativi senza avere paura di venirne risucchiati, ma con lo spirito che quello sia un passaggio obbligatorio.

Solo vivendoli a pieno, solo sentendo sulla propria pelle il peso della sofferenza, potrai trovare dentro di te la forza. Questa energia ti aiuterà a cambiare quello che non funziona o ad accettare quello che non può essere più cambiato.

Accettare il dolore e la sofferenza non è rassegnazione nè vittimismo, tanto meno l’anticamera della depressione, ma è semplicemente quella che in gergo noi psicologi chiamiamo “processo di elaborazione” .

Attenzione alle vie di fuga

Quante volte ti è capitato di desiderare di addormentarti per non sentire più niente? Quante volte hai provato a bere un bicchiere in più per arrivare a stordirti? Spesso ci si lascia trasportare dalla fantasia che la fuga o l’anestesia mentale possano magicamente farci stare bene.

Tante volte si dice che il tempo sistema tutto. Non è propriamente così. Le cose smettono di farci male, o iniziano a farcene di meno, solo se ci lavoriamo su. Nulla accade per caso, solo con il trascorrere del tempo. Se continui ad evitare qualsiasi cosa ti ricordi il tuo problema e se persisti nel fare finta che tutto andrà bene, finirai solo con il rimandare quello che prima o poi dovrai affrontare.

Chi adotta questi meccanismi, spesso si ritrova a dover fare i conti con i primi sintomi: possono comparire strani mal di testa, dermatiti, insonnia, ansia, fobie. Magari a distanza di anni dall’evento, proprio nel momento in cui si credeva di aver risolto tutto. Questo accade anche per i bambini e gli adolescenti, che tendono ad esprimere il loro disagio proprio con il corpo.

Ascolta quello che ti sta accadendo. Trova il tempo per prenderti cura di te stessa e se senti che non ce la fai da sola, valuta di chiedere aiuto ad uno Psicologo.

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